Giovedì 9 ottobre ha avuto luogo alle ore 20.00, in Casa Besta a Brusio, la conferenza “Mezzi e metodi di trasporto di una volta”, organizzata da Dario Monigatti in collaborazione con la Pro Grigioni Italiano. L’evento, organizzato in correlazione con la tradizionale Sagra della Castagna ha attirato una miriade di spettatori locali con la sala conferenza piena zeppa di gente.
Per l’appuntamento annuale lo studioso valposchiavino Dario Monigatti ci ha portati a conoscere un ulteriore tassello del patrimonio storico-culturale della Valle. Questo viaggio nel tempo ha permesso anche alle nuove generazioni di conoscere la vita di una volta, dettata da ritmi di vita e di lavoro ben lungi dalla frenesia odierna. Dario Monigatti, in un meticoloso lavoro di molti anni, ha raccolto foto, testimonianze, condotto interviste e realizzato filmati sulla vita rurale d’epoca.
Un oggetto indispensabile ai tempi e presente in tutte le case era sicuramente il gerlo/la gerla. Questo oggetto serviva al trasporto di quasi tutto: viveri, legna, fieno, spesa ed era assolutamente indispensabile. Simile al gerlo intrecciato di vimini c’era anche il campacc, di forma uguale ma solo composto di stecche e non di intrecci. Veniva usato soprattutto per il trasporto del tabacco. Il gerlo era molto usato anche nella vendemmia, praticata ogni autunno da molti valposchiavini grandi e piccini durante le vacanze autunnali.
Un altro mezzo che si trovava in tutte le case era il carett, un piccolo carro. Anche la carriola spesso e volentieri non poteva mancare, per trasportare materiali da costruzione, sterco, foraggio per gli animali. Simile alla carriola ma di forma allungata era conosciuto il baiard/baiardo per il trasporto di oggetti pesanti come legna o sassi.
Gli antichi mezzi di trasporto si basavano sulla forza fisica umana oppure venivano impiegati animali come cavalli, mucche e muli per i trasporti pesanti. Il carro veniva molto usato per trasporti di ogni genere ed in inverno veniva sostituito con la slitta/sclenzula o priàla, un mezzo di trasporto ibrido fra carro e slitta. La priàla era composta da sclenzula (slitta), pertighi (travi), trescia (corda per fissaggio), spola, raal e priai (latte). Lo spazzaneve a quei tempi si chiamava slittun. Come freno sulla neve sotto alla priàla o sclenzula veniva applicata una catena di ritegno.
Nei primi decenni del 1900 la modernizzazione e la rivoluzione industriale hanno iniziato a cambiare i mezzi di trasporto portando ad un maggior uso di mezzi a motore o addirittura teleferiche, dette fil a sbalz. Per il contrabbando molto praticato in Valle si usavano soprattutto motocarri. Per gli spostamenti venivano usate anche biciclette, vespe e api. Sugli alpeggi intanto si trasportava ancora il formaggio con la craissa/cadola. Le venditrici ambulanti, con un centro merci in Val Camonica, visitavano la popolazione locale con la cromera/cramera in spalla, un piccolo armadietto portato in spalla.
Per concludere la conferenza ricca di aneddoti e testimonianze della vita quotidiana rurale, Dario Monigatti ha mostrato ai presenti un suo filmato del 1991 sull’assemblaggio e l’uso della priàla. In seguito alla conferenza, il museo di Casa Besta è stato aperto al pubblico e la serata si è conclusa con un delizioso spuntino in ottima compagnia offerto dalla PGI.






















































