“E sem partì” – Riflessione, emozione, condivisione

0
949

«Oggi rendiamo omaggio alle storie, spesso dimenticate di uomini, donne, intere famiglie che hanno lasciato la nostra Valle alla ricerca di una vita migliore», così venerdì 6 giugno Arno Zanetti, neo presidente dell’associazione iStoria, ha voluto introdurre l’incontro previsto in Casa Torre a Poschiavo. La “chiamata a raccolta” è stata organizzata per presentare il libro “E sem partì” e per la proiezione di numerose foto d’epoca commentate dai due “pilastri” dell’associazione Alessandra Jochum-Siccardi e Pierluigi Crameri sui valligiani. Negli archivi di iStoria sono conservate, studiate e valorizzate con mostre e libri diverse migliaia di foto conferite da valligiani vicini e lontani.
«Riflessione, emozione, condivisione» per Zanetti le peculiarità delle iniziative.

I valligiani divenuti pasticcieri ai quattro angoli dell’Europa è il filone privilegiato questa volta.
Doveroso ora registrare il successo clamoroso della serata per la qualità del racconto, per il libro e per la partecipazione popolare così numerosa e attenta.

Per la qualità del libro, su cui torneremo subito, è necessaria una precisazione. Purtroppo, per problemi tipografici si è arrivati ad una limitatissima tiratura  (meno di dieci esemplari). Il volume, a tiratura consolidata, sarà a disposizione entro due settimane. Nella stessa  serata però sono state aperte le prenotazioni a 40 franchi la copia.

Pierluigi Crameri ha cominciato ad illustrare il lavoro mostrando moltissime immagini, contestualizzando epoca e luoghi e relazioni familiari. E qui è cominciata la caccia dei presenti alle persone di famiglia. Qualche piccola simpatica esitazione è stata immediatamente superata dalla sorridente e ammiccante Alessandra Jochum-Siccardi, sostenuta dal pubblico. Non solo: verso la fine dell’incontro Lucia Della Cà Pozzy ha fatto conoscere una lettera di un suo avo. Lettera così struggente che la signora Lucia ha voluto lasciarsi travolgere dalla commozione.

Alessandra e Pierluigi, che si sono piacevolmente alternati, sono stati attenti, a parole, a non paludarsi con la toga e il tocco degli storici di professione.
Va loro riconosciuto che si è voluto semplicemente (si fa per dire) raccogliere e raccontare, a noi, storie coinvolgenti e appassionanti.

Ed ecco come hanno raccontato a voce (e per iscritto nell’introduzione al loro volume) l’epopea: «Tra la fine del Settecento e l’inizio del Novecento, dalla Valposchiavo sono partiti in tanti. Spesso molto giovani, perlopiù con poco o niente, tutti in cerca di un futuro migliore. Moltissimi hanno in comune la scelta del mestiere di pasticciere o caffettiere. Da Bilbao a Glasgow, da Bohain a Odessa, da Brighton a Copenhagen. C’è chi è rimasto nel proprio paese d’adozione e chi è tornato in patria. Quelli che sono rientrati, hanno portato con sé competenze, nuove idee e soldi da investire. Hanno contribuito a cambiare la società e il volto del paese.
Questa forma di emigrazione, comune ad altre regioni dell’arco alpino, è una realtà che merita di essere raccontata. Non da una prospettiva storica, in questo libro, ma attraverso le fotografie.
Venti storie di emigrazione, storie di vita, storie dal basso, danno concretezza all’immaginazione, un volto ai nomi e voce alle tante immagini. Brevi testi tracciano le vicende dei protagonisti e aiutano ad orientarsi fra persone, luoghi, percorsi, generazioni, dinamiche e destini. Sono storie rappresentative, scelte tra centinaia.
Una selezione difficile, basata sulle foto e sulle informazioni a disposizione».

Selezione difficile per loro, ma anche per il cronista. Chi scrive ha scelto la storia di Giulio Fanconi-Schumacher e famiglia. Eccola, riassumendo quanto riportato nel libro.

È il 1890 quando Giulio Fanconi fa fagotto e lascia la casa paterna a Poschiavo. Ha 16 anni, tante speranze nel cuore e 12 franchi in tasca.
Approda a Southampton, sulla costa meridionale dell’Inghilterra, e si mantiene facendo il garzone in una pasticceria. Intanto impara l’inglese. Ma le condizioni di lavoro sono durissime, sfiorano lo sfruttamento”.

Ecco due caratteristiche: la giovane età e le condizioni del lavoro.

L’anno seguente – con i suoi 12 franchi ancora in tasca – comincia il tirocinio di pasticciere. A 24 anni, nel 1898, crea a Southampton la sua famiglia con Anna Schumacher (1872-1962), emigrata nel 1889 per raggiungere suo fratello Tomaso e due sorelle a Dover. Il primogenito della coppia, Giulio junior (1899), segue le orme del padre: trascorre tutta la vita in Inghilterra facendo il pasticciere, ma controvoglia, perché in realtà vorrebbe dedicarsi all’arte”.

Valposchiavini che chiamano parenti e amici. Coppie che si formano per comunanza d’origine. Scelte lavorative non sempre coerenti con le aspirazioni.
Il racconto prosegue con le vicende lavorative e familiari di Giulio e Anna. Nascono numerosi figli: l’ultimo (nel 1906) viene chiamato Arturo.

Concentriamoci proprio su Arturo. Così narrano Alessandra e Pierluigi: “Durante la Seconda guerra mondiale Arturo, pasticciere pure lui, si arruola come volontario nei servizi sanitari della Marina britannica, benché non obbligato, in quanto cittadino svizzero. Nel 1944 prende parte allo sbarco in Normandia. Qualche giorno più tardi muore a Quinéville, in Francia, mentre cerca di trarre in salvo dei commilitoni feriti da un campo minato. Per il suo comportamento eroico gli viene conferita post mortem l’Albert Medal, consegnata ai genitori da re Giorgio VI”.

Sempre svizzeri questi emigrati, ma anche riconoscenti fino al sacrificio per il Paese che li ha accolti.

—————-

Non possiamo esimerci dall’annotare i nomi dei 20 capofamiglia presentati nel volume:

Adolfo Bondolfi-Godenzi, Pietro e Luigi Crameri, Pietro Rodolfo Fanconi-Tosio, Giovanni Giacomo Lardelli-Berendt, Silvio Lardi-Semadeni, Geremia Mini-Cortesi, Attilio Raselli-Lardi, Riccardo Semadeni-Matossi, Bernardo Otto Semadeni-Pozzy, Giacomo Tosio-Semadeni,Tomaso Compagnoni-Schumacher, Giulio Fanconi-Schumacher, Pietro Rodolfo Fanconi-Mini, Bernardo Lardi-Lardi, Aristide Luminati-Lardi, Pietro Olgiati-Tognina, Tomaso Schumacher-Pozzi, Armando Semadeni-Mini, Alberto Tognina-Gresly, Eugenio Zala-Semadeni